INCONTRO LETTERARIO
Il piacere culinario di Gabriele D'Annunzio nel nuovo libro di Maddalena Santeroni e Donatella Miliani
Ieri, 4 agosto, in un appuntamento promosso dal Presidio del Libro e dalla Pro Selva, è stato presentato a Selva di Fasano 'La cuoca di D'Annunzio'
FASANO – È un Gabriele D'Annunzio insolito quello raccontato da Maddalena Santeroni e Donatella Miliani nel libro La cuoca di D'Annunzio. I biglietti del Vate a “Suor Intingola”. Cibi, menù, desideri e inappetenze al Vittoriale (Utet, 2015). Le due autrici, infatti, tratteggiano con minuzia di particolari il rapporto tra il cibo, il Vate e Albina Lucarelli Becevello, alias “Suor Intingola”, la cuoca che per venticinque anni ha assecondato tutte le stravaganti richieste culinarie del poeta. L'opera è stata presentata nella serata di ieri (martedì 4 agosto), presso la Casina Ruppi a Selva di Fasano, in un incontro organizzato dal locale Presidio del Libro in collaborazione con l'associazione Pro Selva. Dopo i saluti di introduzione delle presidenti dei rispettivi sodalizi - Annamaria Toma e Rosanna Petruzzi Lozuppone -, la giornalista Felicita Scardaccione ha piacevolmente dialogato con una delle autrici, Maddalena Santeroni, storica dell'arte e organizzatrice di eventi che, a partire dal 2010, alla sua attività nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma ha affiancato un lavoro al Vittoriale di Gardone Riviera che l'ha definitivamente legata al mondo dannunziano.
Patatine fritte, cannelloni, cioccolata, pernice fredda, uova sode: i desideri gastronomici di D'Annunzio oscillavano tra moderazione ed esagerazione, digiuni e grandi abbuffate. Ad esaudirli era una donna, la fedelissima Albina, a cui spettava il compito di preparare i deliziosi manicaretti annotati su piccoli bigliettini inviati in qualunque momento del giorno e della notte. Dopo aver letto quelle disposizioni, “Suor Intingola” si chiudeva con rigore in cucina. Ogni piatto, ogni singolo ingrediente suscitava un incredibile piacere in quel “padrone”, raffinato gourmet, eppure attento alla forma fisica e persino astemio, assiduo sostenitore dell'estasi che le pietanze potevano suscitare, anticipando o sublimando gli incontri amorosi. «La finezza dei cibi aiuta l'armonia mentale» amava ripetere, in linea con quell'estetismo che caratterizzò la sua produzione poetica e letteraria, oltre che il suo modus vivendi. Inoltre, fu anche cultore di gastro-scenografia: amava circondarsi di porcellane e ceramiche, curava in dettaglio il tovagliato anche se i suoi pasti si consumavano in piena solitudine.
La cuoca di D'Annunzio è un manuale di seduzione culinaria, ma è anche l'attenta narrazione del rapporto profondo e sincero che il grande poeta e scrittore di origine abruzzese stabilì con la sua cuoca, l'unica donna con cui non ebbe rapporti amorosi. La loro era una relazione pura, fondata sul rispetto e sulla devozione: lei accontentava le richieste del suo palato e lui la venerava quasi come una figura materna, offrendole lauti stipendi. La cucina e le curiosità su una figura geniale (ma spesso controversa) della cultura e della politica italiana sono gli ingredienti di un libro accattivante e originale.
di Angelica Sicilia
05/08/2015 alle 01:14:39
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